Aspettavano
L’uomo non aveva un nome. Aveva un codice e un chip nella mano. Erano tutta l’identità che gli serviva. Aveva un altro chip nella testa. Era tutto il pensiero che gli serviva. Era felice. Era un uomo completo. Lo era stato fino al crash, poi tutto era finito. Adesso aveva un codice e due chip che non funzionavano più. E silenzio.
Fissava un muro. C’era un rettangolo al centro. Era in verticale. Conosceva il nome dei rettangoli, prima. Adesso non lo conosceva più. Sapeva come funzionassero, prima. Adesso non lo sapeva più. Sapeva che c’era qualcosa dietro il rettangolo. Non sapeva cosa. Aspettava.
Fissava il muro, il rettangolo, il muro. C’era silenzio. Alzò una mano. Niente accadde. Tese la mano verso il rettangolo. Niente accadde. Era sbagliato. Doveva accadere qualcosa. Lo sapeva, lo sentiva. Niente accadeva. C’era il muro e c’era il rettangolo. E l’uomo, che aspettava.
Abbassò la mano, l’alzò di nuovo. La mosse da un lato all’altro, come per salutare. Non salutava. Il rettangolo non reagiva. L’uomo avvicinò la mano, l’allontanò. Il rettangolo non reagiva. L’uomo lo fissava. Si sedette a terra, incrociò le gambe. Fissava il rettangolo. E adesso lui?
Un altro uomo. Non aveva un nome. Aveva un codice e un chip nella mano. Erano tutta l’identità di cui aveva mai avuto bisogno. Aveva un altro chip nella testa. Era tutto il pensiero di cui aveva mai avuto bisogno. Adesso non funzionavano più. Non era più felice. Non era più completo. Era solo un uomo che sedeva a terra, si abbracciava le ginocchia al petto. Fissava un muro.
C’era un rettangolo nel muro. Era in verticale. Una volta l’uomo aveva conosciuto il nome di quei rettangoli. Una volta il chip nella mano li aveva fatti funzionare. Non più. Aspettava. Fissava.
C’era una persona dall’altra parte del rettangolo. L’uomo non lo sapeva. Una volta le avrebbe potuto parlare. Una volta il chip nella testa gli avrebbe spiegato cosa fare. Non più. Adesso sedeva davanti al rettangolo. Aspettava che succedesse qualcosa. Lui non sapeva più farlo succedere.
Aspettavano entrambi, divisi dal rettangolo. Non lo sapevano. Vedevano solo il rettangolo al centro del muro. Una volta funzionava. Adesso non funzionava più. Aspettavano qualcosa. Non sapevano cosa, ma aspettavano lo stesso. Era tutto ciò che sapevano fare.
Fissavano il rettangolo e aspettavano. Un giorno il chip avrebbe parlato di nuovo. Avrebbero saputo di nuovo cosa fare. Un giorno. Intanto il muro li separava. Loro non lo sapevano.
E aspettavano.