Ottimo come sempre
Lo scarafaggio si sporse cauto da sotto il mobile. La cucina era buia e silenziosa. Soltanto una lieve vibrazione percorreva il pavimento, ma c’era sempre e ormai si era abituato. Non indicava pericolo. Era solo parte di quel luogo così strano. Ma... la prudenza era importante. Attese.
Nulla accadde. Più sicuro, lo scarafaggio uscì dal suo rifugio e si incamminò rapido attraverso quel vasto deserto che lo separava dalla sua meta, l’odore che lo aveva attirato. Cibo. Cibo decomposto e frollato al punto giusto. Era nascosto in un buio più fitto e completo, sotto qualcosa di strano e che luccicava un poco, come tante altre cose lì. Nulla di importante. Così lo scarafaggio corse lungo il pavimento e si infilò nella tenebra sicura sotto il nuovo mobile.
Che era mobile davvero, per certi versi.
La trappola scattò. Il frigo smart registrò la presenza dell’insetto e attivò il suo sistema di sicurezza, in risposta ai segnali ricevuti dal server. La sottile fessura tra pavimento e mobile si chiuse di colpo, le paratie cominciarono a stringersi attorno allo scarafaggio. Era bloccato! Scattò in una direzione e trovò un muro. Scattò in un’altra e di nuovo trovò un muro. Sempre più vicini, sempre più vicini. Il suo spazio si esauriva. Corse, corse e ancora corse, ogni tanto fermandosi ad agitare le antenne. Non trovava risposte. Non trovava soluzioni. E le pareti si stringevano. Lo chiudevano.
Quando le pareti non si potevano più stringere senza schiacciare lo scarafaggio, qualcosa si aprì con uno scatto poco sopra di lui. Ne uscì una piccola appendice cilindrica. Lo scarafaggio la sfiorò con una antenna, ma subito la ritrasse spaventato. E adesso?
Poi l’appendice cilindrica lo risucchiò e lo scarafaggio non fu più.
Il frigo smart ritornò nello stato iniziale di riposo e ricominciò ad aspettare, mentre al suo interno il processo di digestione si occupava di incorporare la nuova risorsa nelle riserve alimentari. Era stata una buona notte di caccia e aveva accumulato tutte le sostanze nutrienti necessarie per la colazione del suo utente. Il server glielo confermò. Se un elettrodomestico poteva provare soddisfazione, quel frigo la provava. Se non poteva, aveva comunque seguito a dovere il programma.
Giordano Mugnai, impiegato di sportello alle Poste, non se ne preoccupava, anche e soprattutto per il semplice motivo che non sapeva. Sapeva solo che la sua cucina smart funzionava benissimo e gli faceva sempre trovare un’ottima colazione. Si era preoccupato un poco all’inizio, quando ogni cosa che la cucina gli serviva era una specie di omogeneizzato dipinto, ma adesso si era abituato e non si preoccupava più. Erano buone, quelle pappette, e l’assistente domestico gli confermava sempre che erano preparate su misura del suo fabbisogno alimentare. E se lo diceva lui...
Così anche quel giorno Giordano si trascinò in cucina con un occhio aperto e l’altro chiuso, la cispa che ancora gli incrostava le ciglia e tanta voglia di essere a letto. Ma non poteva. Doveva lavorare e lo attendeva una giornata terribile, come sempre a inizio mese. Giorno di pensioni, fatto di vecchi e vecchie che si lamentano, si dimenticano, brontolano, hanno sempre qualcosa da ridire e mai che sia positivo o carino. Era una brutta vita la sua, o così la pensava.
Fortuna che c’era almeno un momento di pace e benessere, mentre gustava la colazione.
«Ben svegliato, Giordano! Anche oggi è una fantastica giornata!» lo salutò l’assistente domestico.
Poteva anche essere fantastica per un pezzo di plastica attaccato al muro, ma per un umano come lui lo era molto meno. Pure, che senso aveva spiegarlo a un elettrodomestico? Nessuno. Si accontentò di rispondere come sempre al saluto, finse un sorriso smagliante, ordinò la colazione e attese che la cucina gli sfornasse la ciotola. Arrivò nel giro di un minuto.
Era una poltiglia giallo crema, non molto incoraggiante alla vista ma di sicuro ottima al gusto. Era ormai un esperto, Giordano, e aveva imparato a mangiare a occhi chiusi. Rendeva tutto più semplice e indolore. Poteva anche sembrare pus, ma il sapore era ottimo e tanto bastava. Quindi, meglio se ti concentri sui sensi positivi ed escludi quelli negativi. Via la vista e dentro il gusto.
Così fece e non ne rimase deluso. Ottimo come sempre. Chissà come faceva a prepararli? Ma era di sicuro un segreto di fabbrica, protetto da mille leggi sul copyright e chissà che altro, con in mezzo qualche delirio sulla proprietà intellettuale e altre baggianate inesistenti. Irrilevante. Finché il gusto era quello, a Giordano Mugnai andava benissimo così. Aveva altri problemi che lo attendevano.
Finì di mangiare, chiese il bis, ricevette uno sputacchio nella ciotola, lo mangiò lo stesso, deluso dal misero risultato di tutte le sue richieste di bis, ma ormai rassegnato a quella realtà. Era roba buona e tanto bastava. Più o meno. E poi chissà, magari era per il suo bene. Ci sono cose che sono ok in una piccola dose ma nocive in una dose più grande, no? E poi la cucina era smart, era programmata per accudirlo e occuparsi della sua salute, quindi lui si doveva fidare. Giusto.
Giusto o meno che fosse, Giordano mise da lavare la ciotola e si preparò alla nuova giornata.
Fu orribile come si aspettava, con la sede della posta presa d’assalto dai soliti bacucchi di entrambi i sessi che pretendevano di riscuotere la pensione senza avere ottenuto l’autorizzazione del governo. Era patetico, davvero. Possibile che ancora non lo avessero capito? No autorizzazione, no pensione. Era facile. Era chiaro. Ed era per il bene di tutti, sul lungo termine.
Ah, con certa gente egoista non si poteva proprio discutere. E infatti Giordano non ci discuteva. Gli diceva due volte che non la potevano ritirare, se non presentavano l’autorizzazione valida. Se quelli non se ne andavano con le buone, lui contattava la sicurezza. Affari loro. In un modo o nell’altro era un problema risolto, ma un poco lo infastidiva. Facevano così tanto rumore quei tizi, mentre le forze dell’ordine li scaraventavano gentilmente fuori dall’edificio. Pazzesco.
Nel periodo di pausa chiacchierò un poco coi colleghi, spettegolò sugli assenti, parlò male dei capi, si lamentò di questo e di quello, fece salotto nella migliore tradizione degli ominidi di ogni tempo e luogo. Sarebbe stato più piacevole se lì in mezzo ci fosse stata anche qualche ragazza, anche non un esemplare superbello, si sapeva accontentare. Ne bastava una sotto i trenta, meglio ancora se sotto i venticinque, non oltre i sessanta chili di peso, e invece nel suo turno c’erano solo befane più vecchie di lui. Alcune avevano i capelli azzurri. Terribile. Era un lavoro usurante, altro che balle.
Usurante o meno che fosse, Giordano lo concluse anche per quel giorno. All’uscita trovò ancora un paio di vecchi seduti a terra, che si lagnavano e si tenevano qualche ferita. Facevano un poco pena, ma era solo colpa loro e comunque rovinavano l’estetica dell’edificio. Questione di decoro, sapete. Che brutti tempi, i suoi. Declino ovunque.
Giordano Mugnai li ignorò, evitò una mano tremolante protesa verso di lui, passò oltre e ben presto se ne dimenticò. Non erano affari suoi, non erano un problema suo. Controllò lo smartphone e vide un messaggio vocale dall’assistente domestico, che gli faceva come al solito l’elenco di prodotti da comprare. Giordano ascoltò, se lo fece ripetere, prese nota. Poca roba, meglio così.
Raggiunse il supermercato fischiettando, mostrò l’autorizzazione, entrò, girò tra scaffali e banchi in cerca dei prodotti che gli servivano, sbirciò una giovane mamma che faceva la spesa, desiderò che il moccioso si levasse dalla traiettoria, così avrebbe potuto esaminarle meglio il culo, rimase deluso e passò oltre. Non c’erano più i giovani di una volta, davvero. Che brutta società.
Acquistò tutto il necessario, controllò di aver preso davvero tutto, passò dalla cassa, pagò con carta, tanti saluti. Altra missione compiuta, per il bene dell’umanità o almeno pro domo sua. Che era più o meno la stessa cosa, se la guardavi dalla prospettiva giusta. La prospettiva giusta era la sua.
Di nuovo a casa, Giordano consegnò i prodotti al frigo smart, che durante l’assenza del suo utente si era impegnato come al solito ad arricchire le riserve alimentari con esemplari di fauna locale, già in corso di digestione e riciclo. Avrebbero conferito ai pasti il giusto sapore, oltre a certi nutrienti che i server gli indicavano come indispensabili per il padrone di casa. La cucina smart obbediva sempre, con la connivenza dell’assistente domestico.
Quella sera Giordano Mugnai ricevette una ciotola grande, piena di un omogeneizzato di un colore incerto e vagamente picassiano. Aveva qualcosa di Guernica nel suo aspetto, ma il sapore era ottimo come sempre e questo era l’importante. Finché non compariva Goya, a Giordano andava bene.
En passant, mentre consumava la sua cena solitaria in una cucina piena di roba smart ma povera di vita, si domandò a voce alta come mai non ci fossero insetti in casa. Non se ne lamentò, perché quei disgustosi affari ronzanti e pieni di zampe gli avevano sempre fatto schifo, però era strano. Aveva di recente sentito parlare di una fantomatica estinzione di quegli schifi, che per motivi ignoti si sarebbe dimostrata un disastro per l’umanità, e chissà, magari c’era una correlazione, no?
«Una casa smart si pulisce da sola,» gli rispose l’assistente domestico, anche se Giordano non glielo aveva davvero chiesto. «Gli elettrodomestici smart sono capaci di riconoscere presenze indesiderate e le eliminano nel modo più efficiente, per il benessere dei nostri utenti.»
Aveva un tono un poco saccente, quella scatoletta di plastica? Forse sì, ma l’avevano programmata in quel modo e non era il caso di prendersela. Era uno stupido oggetto, che obbediva agli ordini. Da solo non sapeva combinare alcunché, ovvio. Giordano sorrise superiore.
Doveva ammettere però che l’avevano pensata proprio bene, quella casa smart. Dava pure la caccia agli insetti da sola. Gran cosa, il progresso! Se solo lo capissero anche gli stupidi che continuavano a presentarsi in posta senza avere l’autorizzazione governativa... Ma per gli stupidi non c’era niente da fare, già. Per questo erano stupidi.
Giordano Mugnai discusse ancora un poco con l’assistente domestico, mentre terminava la sua cena solitaria. Non era il massimo della compagnia, ma era una compagnia, che è più di zero. Una donna era quello di cui aveva davvero bisogno, ma vanne a trovare una! Il mondo era proprio ingiusto con le brave persone. Almeno mangiava bene e aveva un appartamento che si prendeva cura di lui: non il massimo della vita, ma molto più in alto del minimo. Sorrise.
Più tardi si stravaccò sul divano e rimase per un paio di ore ad assorbire passivo il programma che il suo assistente domestico aveva scelto per lui, quello più adatto ai suoi gusti e interessi. Fu sorpreso di scoprire che quel pezzo di plastica aveva avuto ragione, ma la sorpresa durò poco, superata dalla consapevolezza che non aveva senso sorprendersi. Era programmato apposta, no?
E mentre Giordano si abbeverava alle fonti della propaganda governativa, la sua cucina smart si era già messa al lavoro per assicurargli la migliore delle colazioni: aveva catturato una cimice, un ragno e due mosche insonni, ma la notte era giovane. Il tempo degli scarafaggi doveva ancora arrivare. Nel mentre, avrebbe collocato le esche, da recuperare in seguito per inserirle di nuovo nelle scorte.
In un mondo sostenibile non si butta via niente, no? E il risultato era ottimo come sempre. Parola di utente soddisfatto, dopotutto, e il cliente ha sempre ragione.