Senza occhi
L’uomo senza occhi affolla le strade, solo in mezzo ai tanti. Formica a due zampe, si allinea e segue la traccia degli altri, altro lui stesso. Ascolta, esegue, obbedisce. Vive. Viaggia verso il progresso.
Non ha bisogno di vedere. Gli oggetti vedono per lui e gli parlano. Gli dicono cosa deve fare, dove deve andare, cosa deve credere. L’uomo senza occhi tende le orecchie e segue le voci. Sono giuste e sono vere. Sono la sua guida, tutto ciò di cui ha bisogno. Gli occhi mentono, ma le voci mai. Loro sanno e dicono. Condividono. E mai, mai sbagliano.
L’uomo senza occhi è diverso dagli altri miliardi identici a lui. Perché sono identici, ma diversi nel loro essere identici. Sono identici, ma ognuno a modo suo. Quindi sono diversi. Lo dice la logica, se ci pensa bene. Se ci pensa meglio, non ci pensa. Le cose pensano per lui. E lui è felice. Perché gli occhi ingannano, la vista inganna. Gli oggetti mai. Gli oggetti dicono la verità. Lo guidano verso la felicità e lui obbedisce, perché loro sanno. Lui no. Lui non ha gli occhi. Non gli servono più. Perché lui ascolta e segue. Esegue.
L’uomo senza occhi si sveglia quando la sua casa decide che si deve svegliare. Fa colazione come la sua cucina gli dice di fare colazione. Si veste come il suo armadio gli dice di vestirsi. Esce quando la sua porta gli dice di uscire. Segue la pista che i marciapiedi e gli edifici gli dicono di seguire, fino al punto dove la pista finisce. Fa quel che nuovi oggetti gli dicono di fare, per tutto il tempo che gli dicono di farlo. Torna a casa quando gli oggetti gli dicono di tornare, e il gioco ricomincia. È felice.
L’uomo senza occhi non ha dubbi. Non può averne. Conosce solo la verità, è protetto da ciò che lo potrebbe disturbare. È sicuro. Non c’è buio nel suo mondo: c’è solo la luce immutabile degli oggetti che lo guidano e vivono per lui. L’uomo senza occhi si lascia vivere e non conosce problemi.
Il sole non tramonta mai sulla sua vita. La luce è eterna, perché gli oggetti gli dicono così e tutto ciò che dicono gli oggetti è sempre vero. Vedere è non credere, così ha maledetto gli occhi. Non vede e crede, adesso: tutto va bene. Non deve neppure pensare, l’uomo senza occhi. Gli oggetti pensano al suo posto, meglio di quanto lui sarebbe capace di pensare. Lui obbedisce ed è tranquillo.
I mostri esistono solo se li vedi. Se tiri la coperta sopra la testa, sei al buio e sei sicuro. I mostri non ti possono più toccare. Lo sanno i bambini e lo sa l’uomo senza occhi, che è al buio ed è sicuro. Per sempre, nei secolo dei secoli. Guidato dagli oggetti, lui vive. Non sa dove stia andando o perché, ma non ha bisogno di saperlo. Altri lo sanno per lui: gli oggetti che lo accudiscono nella loro luce buia.
In marcia con miliardi di altri verso un futuro che non vedrà mai, l’uomo senza occhi vive.