Adriano - racconti e altro

Perché il gallo non può volare

Quando il creatore aveva finito di creare il mondo ed era ritornato in cielo, mandò giù il gallo per vedere se il mondo andasse bene oppure no, con l’ordine di tornare subito indietro. Ma il mondo era così bello che il gallo, incapace di staccarsene, continuò a procrastinare da un giorno all’altro. Alla fine, dopo molto tempo, era in viaggio per volare indietro in cielo. Ma Dio, arrabbiato con lui per la sua disobbedienza, protese la sua mano e lo schiaffeggiò giù a terra, dicendo: «Non sei più voluto in cielo».

Ecco perché anche oggi il gallo non può volare alto.

(Trascritta a memoria. Raccontata da Penri il 18 luglio 1886.)

Commento

Nel suo Ainu life and lore, pagg. 317-318, Batchelor ci racconta una storia simile, ma con l’allodola come protagonista. Inviata in terra da Dio (solita interpretatio cristiana del nostro missionario) per portare un messaggio alle divinità che vi abitavano, l’allodola aveva ricevuto l’ordine di tornare subito in cielo, ma si attardò fino al giorno seguente, incantata dalla bellezza del paese. Quando cercò di tornare in cielo, Dio la fermò a metà strada e la punì per la sua disobbedienza condannandola a vivere per sempre in terra, visto che le piaceva così tanto: non sarebbe più stata capace di volare oltre una certa quota. L’allodola non la prese bene e ancora oggi continua a urlare le sue proteste verso il cielo, mentre volteggia alla quota massima che le è stata concessa.