Adriano - racconti e altro

Il sorgere del sole

Quando il sole sorge dalla testa del mondo [ossia a est], un diavolo cerca di inghiottirlo. Ma qualcuno lancia due o tre corvi o volpi nella bocca del demone. Nel frattempo il sole sale su, in alto. Le creature di cui nessun’altra è più numerosa nel mondo sono i corvi e le volpi. Ecco perché le cose stanno così. In cambio di questo loro servizio, i corvi e le volpi possono mangiare tutto ciò che mangia anche l’uomo. È a causa del fatto detto sopra.

(Tradotta letteralmente. Raccontata da Penri il 13 luglio 1886.)

Commento

Ecco una versione ainu di un altro motivo molto comune nella mitologia mondiale: un mostro di qualche tipo che minaccia di mangiare il sole, quotidianamente o periodicamente. Può essere all’alba o può essere al tramonto, può essere durante una eclissi o può essere un cacciatore che insegue il sole durante tutto il suo percorso nel cielo: sia come sia, sono molte le mitologie in cui il sole ha un qualche nemico, che cerca di distruggerlo. Gli ainu non fanno eccezione, come si può vedere da questo racconto. Come da tradizione ainu, poi, a risolvere il problema sono animali.

Come era fatto questo nemico che cerca ogni mattino di divorare il sole? La storia non ce lo dice, almeno nelle condizioni in cui è arrivata a noi, con la solita interpretatio cristiana dei suoi personaggi. Batchelor non può esserci di aiuto, per quanto anche lui abbia conservato nei suoi scriti una variante del racconto: il missionario era fin troppo generoso, quando si trattava di etichettare come “diavoli” le figure negative del folklore ainu, che fossero malattie, spiriti inquieti o mostri veri e propri. Dovremo tenerci la curiosità. Sappiamo però che aveva una bocca grande e che ogni mattino la usava per cercare di inghiottire il sole. Fallendo, perché qualcuno la riepiva ogni volta con corvi e volpi: un solo esemplare di ogni specie, oppure più di uno, a seconda della variante. In quella di Chamberlain sono due o tre corvi e due o tre volpi, ma Batchelor conserva numeri diversi. Non che faccia molta differenza, perché il risultato è sempre lo stesso.

Una variante di questa storia ci speiga che all’alba erano usate tre volpi per fermare il mostro divoratore del sole, mentre al tramonto si usavano tre corvi, perché in quella versione il tentativo di mangiare il sole era duplice. Quel particolare racconto prosegue poi narrandoci della volta in cui il mostro era riuscito a imprigionare il sole, precipitando il mondo nelle tenebre, ma poi a risolvere il problema era stato un eroe culturale ainu, Ainurakkur, che aveva liberato il sole e ucciso il mostro dopo una lunga battaglia durata sei inverni e sei estati. Incidentalmente, il mostro aveva un occhio piccolo e un occhio grande, un dettaglio simile alla smorfia dell’eroe irlandese Cuchulainn quando l’ardore della battaglia lo dominava.

Tra parentesi, un modo per indicare l’est in lingua ainu è proprio mosirpa, ossia “testa del mondo”; di contro, l’ovest può essere indicato come mosirges, che sarebbe “i piedi del mondo”. Grossomodo. Kes/ges non significa esattamente “piedi”, ma indica la parte finale di qualcosa: se però l’inizio è indicato come “testa”, allora possiamo anche renderlo come “piedi”, per mantenere la metafora umana.